Una nuova tecnica per produrre energia è stata messa a punto combinando due tecnologie esistenti, basate sull'uso dei batteri nella degradazione delle acque di scarico e sullo sfruttamento della differenza tra l'acqua salata e quella dolce. Il risultato, pubblicato su Science, si deve a un gruppo di ricerca coordinato dall'americano Bruce Logan, della Pennsylvania State University.


La nuova tecnologia si chiama cella microbiotica a elettrodialisi inversa (Mrc) e con essa i ricercatori sono riusciti a produrre 5,6 Watt di energia per metro quadrato. Per avere un’idea del vantaggio del combinare le due tecniche basti pensare che senza sfruttare l'apporto dei batteri si producono solo 60 gigawatt di energia per metro quadrato.


La tecnologia combina le celle a combustibile microbiotico (Mfc) e l'elettrodialisi inversa (Red). Il primo metodo, sottolineano i ricercatori, e' poco efficiente e sfrutta i batteri presenti nelle acque di scarico che consumano i materiali organici presenti producendo elettroni che vengono trasformati in corrente elettrica da una cella a combustibile.

 

Nell'elettrodialisi inversa soluzioni di acqua salata e acqua dolce vengono pompate attraverso membrane che funzionano come i poli positivo e negativo di una batteria e lo scambio di ioni fra i poli produce energia. Ma questa tecnologia, sottolineano i ricercatori, richiede tipicamente molte membrane ed è costosa.


L'uso combinato invece riduce il numero di membrane richieste. Inoltre, invece di acqua di mare, i ricercatori hanno usato un sale chiamato bicarbonato di ammonio. Hanno notato infatti che usando le due tecniche in combinazione con l'acqua di mare la materia organica presente nelle acque reflue incrosta le membrane, mentre il bicarbonato di ammonio disciolto in acqua funziona in modo simile all'acqua di mare ed evita che le membrane si incrostino.

 

cella_microbiotica_a_elettrodialisi_inversa


Pagine correlate