Il satellite Uars (Upper Atmosphere Research Satellite ), posto in orbita nel 1991 per studiare l’interazione tra l’atmosfera terrestre e il Sole, precipiterà nei prossimi giorni verso la Terra. Si tratta di una massa di circa 6000 kg, grande più o meno quanto un autobus, lungo 11 metri e largo 4,5 che, a contatto con l’atmosfera terrestre, si incendierà frammentandosi in migliaia di detriti. Nonostante la missione di rientro fosse stata già programmata da tempo, la Nasa si è resa conto solo recentemente di non essere in grado di predire il luogo esatto in cui impatterà l’ammasso di spazzatura spaziale.

Secondo i calcoli dell'agenzia spaziale statunitense, i siti che saranno coinvolti dalla caduta si trovano tra i 57 gradi a nord e i 57 gradi a sud dell'equatore (vedi immagine allegata), un'area che copre tre oceani e sei continenti abitati da miliardi di persone. Le aree più probabili sembrano essere il Canada e il Sud America.

I detriti potrebbero impattare su aree abitate - Normalmente i satelliti dismessi vengono fatte precipitare in luoghi disabitati, che siano oceani o deserti, dove non possono creare pericoli per le persone. In base a questa procedura, infatti, ogni anno la Nasa mette fine senza troppi problemi alla carriera di almeno un dispositivo dalle dimensioni paragonabili a quelle di Uars. Questa volta, però, qualcosa deve essere andato storto con i complessi calcoli di rientro. "In gioco ci sono troppi fattori che non riusciamo a valutare", spiega a Space.com il maggiore Michael Duncan, capo del comando Usa per la sicurezza spaziale:  "La composizione dell’atmosfera varia di giorno in giorno, e non possiamo fare alcuna previsione sulle dinamiche della fase di rientro. Secondo le migliori stime, possiamo dire che Uars cadrà sulla Terra tra la fine di Settembre e l'inizio di Ottobre".
Dopo 14 anni di carriera, i tecnici della Nasa hanno inviato a Uars tutte le istruzioni per innescare l’irreversibile fase di rientro. Oggi, a 6 anni di distanza dallo spegnimento dei motori, il satellite è sceso a un orbita di 250 km di altitudine, con un'inclinazione di 57° e si avvicina l'impatto con l'atmosfera terrestre che dovrebbe avvenire a partire da un'altitudine di 100 km. 

La Nasa assicura che il rischio per le persone rimane comunque molto basso. La possibilità che qualcuno venga ferito o ucciso da un detrito caduto dallo Spazio è di 1 su 3200 (quella di incidente stradale è di 1 su 10000), ma fino ad oggi non si sono mai verificati incidenti di questo genere, anche perché normalmente i dispositivi spaziali impattano in aree disabitate.

 

Grazie al satellite si scoprì il buco dell'ozono - Il satellite Uars, costato 750 milioni di dollari, fu messo in orbita nel lontano 1991 per studiare l’interazione tra l’atmosfera terrestre e il Sole. Esso ha permesso di studiare i processi chimico-fisici su stratosfera, mesosfera e bassa termosfera, mediante sturmenti di misura della composizione atmosferica, temperatura, venti e radiazione solare. Grazie alla satellite, si riuscì ad evidenziare la presenza dei buchi nell’ozono, misurando la concentrazione di gas ed a dimostrare senza ombra di dubbio l’impatto dei Cfc nell’apertura dei buchi nella fascia di ozono sui poli.

 

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La mondezza spaziale: decine di milioni di particelle - Il Satellite Uars solleva ancora una volta il problema dei rifiuti spaziali: secondo i calcoli dell’Esa (l’Agenzia europea per lo spazio), a partire dal 1957, cioè da quando i sovietici lanciarono il primo Sputnik, sono stati mandati in orbita circa 6.000 satelliti, ma solo 800 sono quelli effettivamente funzionanti. Qualche volta perdono quota e cadono sulla Terra, come l’Uars prossimo venturo. Di solito però rimangono lì: magari esplodono, vanno in pezzi, si scontrano. Il Consiglio nazionale per la ricerca degli Stati Uniti, ai primi di settembre, ha reso noti i risultati del censimento dell’immondizia spaziale richiesto dalla Nasa: attorno alla Terra ci sono decine di milioni di particelle più grandi di un millimetro e 500.000 frammenti più grandi di un centimetro.

 

Seguite gli aggiornamenti proposti dalla Nasa per monitorare la traiettoria del satellite: sono raggiungibili all'indirizzo web: http://www.nasa.gov/mission_pages/uars/index.html

 

Fonte: 3bmeteo.com


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