ROMA  - "In assenza di interventi, con il tasso attuale di diffusione degli smartphones, la nostra rete mobile rischia il collasso". E' l'allarme lanciato dal presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Corrado Calabrò, che nella Relazione annuale al Parlamento ha ricordato che l'Agcom "sta portando avanti una politica finalizzata alla liberazione in tempi brevi di frequenze radio: contiamo - ha aggiunto - di rendere disponibili, prima del 2015, circa 300 Mhz da mettere all'asta per la banda larga".

 

BERNABE', NESSUN RISCHIO COLLASSO RETE MOBILE - In Italia "questo rischio non c'é". Così l'amministratore delegato di Telecom Italia, Franco Bernabé, commenta l'allarme lanciato dal presidente dell'Autorità per le tlc, Corrado Calabrò, secondo cui la grande diffusione degli smartphone potrebbe portare al collasso della rete mobile. "Stiamo già facendo - ha spiegato Bernabé - grandi investimenti per la connessione in fibra delle stazioni radio base, con l'obiettivo di aumentarne la potenza e la capacità. Da parte nostra e degli altri operatori questa è la risposta e va nella direzione giusta".

 

TV: +1.7% RICAVI 2009, CALANO SPOT E CRESCE PAY - Nel 2009 i ricavi del settore televisivo "si mantengono consistenti, segnando un incremento dell'1.7% rispetto al 2008" e si riduce ancora di più la forbice tra gli introiti complessivi da pay tv (in crescita) e da pubblicità (in discesa). E' la fotografia scattata da Corrado Calabrò, presidente dell'Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, nella Relazione annuale al Parlamento. L'assetto del settore tv si conferma "essenzialmente tripartito: Rai-Mediaset-Sky - rileva Calabrò - con gli altri operatori minori e le tv locali che faticano a trovare spazi concorrenziali". In particolare, nel 2009 i ricavi Rai sono stati pari a 2.728 milioni di euro (erano di 2.716 milioni l'anno precedente), quelli di Sky 2.711 milioni (contro 2.641) e quelli di Mediaset (al netto di una quota delle partecipate) 2.506 milioni (contro i 2.531 dell'anno precedente). I ricavi totali da pay tv nel 2009 sono stati 2.875 milioni (+7.4%), quelli da pubblicità 3.541 milioni (-9.3%), in linea con il trend europeo.

 

TV: DIGITALE, PER PRIMA VOLTA ORDINE NELLE FREQUENZE - L'Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni ha messo ordine nel far west delle frequenze approvando un piano che consentirà anche di reperire nuove risorse per le tv nazionali e per le tlc. E' uno dei risultati rivendicati con forza dal presidente dell'organismo di garanzia, Corrado Calabrò, nella Relazione annuale al Parlamento. "E' la prima volta - sottolinea Calabrò - che un piano delle frequenze che abbia un'effettiva probabilità di attuazione viene adottato in Italia; permette risorse per le tv nazionali (con 5 nuovi multiplex a gara), per l'alta definizione, per le tv locali (con almeno 13 mux, che corrispondono a 65 programmi locali per ogni Regione), per la radio, e consente di liberare 9 canali tv da destinare alla larga banda wireless come chiede la Commissione europea". Se per il 'beauty contest' previsto per il dividendo digitale per la tv si attende la pronuncia di Bruxelles sulla richiesta di Sky di partecipare alla gara, sbarcando nel mercato del digitale terrestre prima del previsto termine di fine 2011, l'Agcom è impegnata anche sul fronte della "liberazione in tempi brevi delle frequenze radio. Contiamo di rendere disponibili circa 300 Megahertz da mettere all'asta - promette Calabrò - per la larga banda".

TLC: PREZZI -31% IN 15 ANNI, ANCORA SPAZIO PER CALO - I prezzi delle tlc in Italia tra il 1995 e il 2010 sono diminuiti del 31%. Lo ha rilevato il presidente dell'Autorità di settore, Corrado Calabrò, che nella relazione annuale al Parlamento ha comunque osservato che per le chiamate da telefono fisso a mobile "c'é margine per una ulteriore riduzione dei prezzi" e che i costi della terminazione mobile vanno rivisti alla luce della recente raccomandazione dell'Ue. L'indice dei prezzi alla produzione delle tlc è stata nell'ultimo anno del 6,5%: nel mobile il calo è stato del 9%, nel fisso del 5,5%. Il rapporto dell'Autorità mette poi a confronto la dinamica dei prezzi nelle tlc in Europa dal 1998 al 2009. Fatto 100 il valore del 1998 (anno dell'avvio della liberalizzazione) l'Italia si colloca al primo posto per i ribassi a 67,99. La Spagna è invece il Paese dove le tariffe sono diminuite di meno (86,56), seguita dalla Francia (84,30), dal Regno Unito (79,12) e dalla Germania (70,59). Il valore espresso dall'Italia è pertanto anche migliore di quello della zona euro (74,32). Quanto ai costi di terminazione mobile, Calabrò sostiene che "i cittadini non devono pagare un costo superiore a quello efficiente, anche se questo surplus viene poi in parte restituito all'utente mediante gli sconti promozionali e i pacchetti. Inoltre la discesa delle chiamate fisso mobile per l'utenza non riflette appieno la discesa dei prezzi all'ingrosso. Se il mercato non dovesse funzionare interverremo". Per quanto riguarda invece lo stato di salute del settore, il presidente dell'Agcom ha osservato che "in Italia le tlc hanno tenuto nonostante la crisi": i ricavi sono diminuiti del 3,3% a 43,71 miliardi di euro, ma il peso sul pil è rimasto stabile al 3% e si è registrato un incremento della quota di investimenti sul totale nazionale (6% circa). 

 

Fonte: ANSA

 

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Censimento online: la Rete è sovraffollata, entro il 2010 domini in crisi

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Anche il Web soffre la crisi degli alloggi. E' lo studio della University of Southern California a rilanciare il problema dell'assegnazione dei domini online: attualmente esistono 2,8 miliardi di domini attivi, individuati grazie al primo censimento mai realizzato online, e si prevede che entro il 2010 la Rete comincerà a soffrire problemi di sovraffollamento.

Gli indirizzi disponibili nell'attuale architettura della Rete non sono infiniti: ne sono stati calcolati oltre quattro miliardi e, come dicevamo, solo un miliardo e duecentomila sono ancora liberi. Per espandersi la Rete dovrà evolversi e i metodi per farlo sono ancora allo studio degli esperti.

Ecco la mappa del Web realizzata dall'ISI (Information Science Institute) della University of Southern California; nella seconda parte del post i dettagli della ricerca coordinata da John Heidemann, il primo censimento online realizzato negli ultmi 20 anni. Un esperimento simile risale al 1982, quando Internet contava solo 351 indirizzi occupati.

 

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Lo scopo della ricerca era appunto mappare il Web per indagarne le possibilità di espansione e studiare le modalità di diffusione di virus e attacchi informatici. Il risultato è la mappa che vedete qui sopra, realizzata grazie a quasi 3 miliardi di ping effettuati in 62 giorni.

Il team dell'ISI ha inviato un ping a singolo indirizzo del Web, ossia ha studiato quanto tempo impiega un pacchetto di informazioni per raggiungere ogni località di Internet e ne ha analizzato la risposta. Da miliardi di questi soggetti sono stati ricevuti feedback positivi, il 61% dei ping non ha avuto risposta e un'alta percentuale è risultata "occupata" presumibilmente a causa di firewall che hanno bloccato il ping.

A partire da questi dati è stata stesa la mappa di cui sopra e di conseguenza è stata realizzata la proiezione secondo la quale nel 2010 il Web comincerà ad essere davvero troppo piccolo per rispondere alle richieste dei nuovi indigeni digitali. Torna attuale la necessità di passare a un nuovo protocollo, l'IPv6, ossia la sesta generazione dell'Internet Protocol, che potrà gestire un maggior numero di indirizzi rispetto alle precedenti, stimato per 3,4 × 10 alla 38 indirizzi, e riunifcherà alcuni protocolli prima gestiti separatamente.

Un passo avanti atteso da tempo sul Web che, sembra strano dirlo, non è infinito.
Qui trovate i risultati della ricerca pubblicati (online ovviamente) dall'ISI che ha realizzato la mappa del Web da questo schema molto (poco) 2.0. Qui altre immagini.

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Fonte: Blogsfere