Commercianti e artigiani protestano: non paghiamo. Il consorzio ribatte: è un diritto legittimo. Confesercenti e Ascom si dividono sulle contromisure. Una parrucchiera guida la protesta: non pago il bollettino. Polemica sul compenso dovuto a discografici e artisti. Mazzanti (Messisbugo): ma non c’è già la Siae?

FERRARA. «E io pago», ripeteva Totò nel film “47 morto che parla” ma quel motto manda su tutte le furie P.D., parrucchiera di S. Maria Maddalena (Ro), che ha appena ricevuto un bollettino di 122 euro per l’uso dell’apparecchio radiofonico nel suo negozio. «Sto scrivendo una letteraccia all’Scf», annuncia stizzita l’artigiana. Ma la “tassa sulla radio” sta creando scompiglio anche a Ferrara.

Dopo le multe sulle insegne pubblicitarie (2008-2009) e nel pieno della bufera per la campagna di riscossione del canone sui passi carrai si apre, questa volta per le attività che diffondono in pubblico musica registrata, un nuovo fronte tariffario. Qualche esempio: la radio accesa al supermercato o in palestra, la tv in albergo, il servizio di ascolto in filodiffusione etc.

«Riscuotiamo solo il compenso che spetta agli artisti/interpreti e alle case discografiche, che non sono tutelati dalla Siae (la società che rappresenta autori ed editori, ndr)», spiegano dagli uffici di Scf (Consorzio Fonografici) di Milano, che ha sguinzagliato i suoi esattori in tutta Italia. Ma per molti esercenti ed artigiani si tratta solo dell’ennesima «tassa» o «balzello», protestano. L’associazione Confesercenti ha invitato i propri iscritti, non solo ferraresi, a “congelare” i bollettini in attesa dell’esito dei ricorsi contro Scf. P.D., la parrucchiera di Occhiobello, si è consultata nei giorni scorsi con il commercialista dopo aver ricevuto «il 24 novembre 2009 la visita di un agente dell’Scf, che mi ha chiesto se nel salone utilizzavo un impianto radiofonico».

Chiuso il 2009, «il 12 gennaio mi è stato recapitato un bollettino da 122 euro - prosegue la parrucchiera - e io ho deciso subito di eliminare la radio. Per accenderla - e devo dire che non sempre la programmazione è di qualità, anzi...- pago da anni la Rai (28 euro) e la Siae (71 euro). Io non ho mai sentito nominare l’Scf, ho saputo della sua esistenza poche settimane fa ma il bollettino è riferito a tutto il 2009. Se qualcuno mi avesse avvisato a inizio anno avrei tolto radio e musica e non mi sarei trovata a pagare, in un momento non proprio facile per l’economia, il doppio di quanto ho versato l’anno scorso, Rai e Siae comprese. Ho già disdetto l’u so dell’impianto con Rai e Siae, ora lo farò anche con Scf a cui intendo pagare solo il mese di dicembre, non certo tutta la quota calcolata per il 2009».

A Ferrara il bollettino, nel 2009, è già stato consegnato ai titolari di diverse attività suscitando un inevitabile corredo di proteste (vedi servizio). Ma molti operatori non sanno ancora nulla nè dell’Scf nè dei “diritti fonografici”, come Michele Mazzanti, titolare del Messisbugo: «No, non ho ricevuto nessun bollettino. Ma non paghiamo già la Siae?». (gi.ca.)

(15 gennaio 2010)
Fonte: http://lanuovaferrara.gelocal.it