di Gianluigi Conti – IZ4BZC articolo originale pubblicato sul periodico di sezione ARI Ravenna nell’ottobre 2000

Da un articolo originale di Gerry Crenshaw, WD4BIS, Garland Texas

Vi siete mai chiesti perché i radioamatori d’oltre oceano usino così spesso l’appellativo “HAM”?

Bene io l’ho fatto e come recitano i migliori dizionari della lingua anglosassone, la parola HAM significa, nel gergo quotidiano, prosciutto ed ancora nel gergo teatrale sta ad indicare un attore da strapazzo oppure “ham-handed” per indicare una persona impacciata nel fare le cose, ovvero ancora come verbo, il fare le cose in maniera esagerata. Infine la definizione che interessa a noi e cioè un “amatore che invia e riceve messaggi via radio da varie parti del mondo”.

Ma dell’origine di questo termine nel gergo radiantistico nessuna traccia! Né tanto meno ci viene in aiuto l’ onnipresente “Handbook” dell’ARRL che, nel suo capitolo iniziale, cita il termine recitando che “nessuno sa bene che origine abbia avuto il termine”.

Certo che la curiosità è uno degli stimoli più forti, tanto è vero che, a forza di scavare nella letteratura internazionale, trovo un articolo da “Amateur Radio Communicator” di marzo – aprile 1994 dell’autore già citato, che dà finalmente una risposta a questa domanda. Ecco di seguito, debitamente tradotto e rivisto, questo articolo corredato da una piccola fetta di storia del radiantismo alle sue origini e di come i membri della nostra comunità, si siano adoperati fin dagli albori per difendere la propria attività ed esistenza stessa. Vi accorgerete pertanto che il termine è legato ad una pagina della nostra storia che gli fa in qualche modo onore. Dovesse anche non essere completamente vera, mi fa piacere pensarla così, in modo fiabesco, una “leggenda metropolitana”.

Secondo la Northern Ohio Radio Society, la parola HAM è nata più o meno in questo modo: la parola ham fu usata per la prima volta nel 1908 ed è stata il nominativo di una delle prime stazioni senza fili operata da alcuni membri dell’HARVARD RADIO CLUB. Essi erano Albert S. Hyman, Bob Almy e Peggie Murray. All’inizio, essi chiamarono la loro stazione Hyman-Almy-Murray. Battere un nome così lungo in morse sul tasto, si rivelò da subito poco pratico e richiese presto una revisione che li portò a cambiarlo in HY-AL-MU, usando le prime due lettere di ogni cognome.

All’inizio del 1909, questo comportò qualche confusione fra i segnali della stazione amatoriale HYALMU ed una nave messicana chiamata HYALMO, per questo decisero di usare solo la prima lettera di ogni cognome ed il nominativo diventò così HAM.

Nei primi tempi dello sregolato pionierismo radiantistico, gli operatori amatoriali, si attribuivano da soli frequenze e nominativi. Allora come oggi, alcuni radioamatori avevano segnali migliori di alcune stazioni commerciali. Le interferenze risultanti, finalmente arrivarono all’attenzione dei comitati del Congresso a Washington, i cui membri dedicarono non poco tempo alla proposta di una legislazione atta a limitare drasticamente le attività amatoriali.

Nel 1911, Albert Hyman scelse la controversa proposta di legge sulla regolamentazione della trasmissione senza fili (Wireless Regulation Bill), come argomento per la sua tesi a Harvard. Il suo relatore, insistette perché una copia fosse mandata al senatore David I. Walsh, membro di uno dei comitati estensori della proposta di legge. Il senatore fu così impressionato, che chiese ad Hyman di comparire davanti al comitato. Egli fu messo sul podio e descrisse come la piccola stazione amatoriale fosse stata costruita. Arrivò vicino alle lacrime quando raccontò all’affollata aula del comitato che se la proposta fosse andata avanti, essi sarebbero stati costretti a chiudere la stazione perché non si sarebbero potuti permettere il pagamento delle tasse per l’ottenimento della licenza, e tutti gli altri requisiti evidenziati dalla legge.

Il dibattito iniziò e la piccola stazione HAM diventò il simbolo di tutte le piccole stazioni amatoriali del paese che protestavano per essere salvate dalla minaccia e dall’avidità delle grandi stazioni commerciali che non le volevano intorno.

Finalmente, la proposta di legge tornò all’esame del congresso ed ogni oratore parlò della povera e piccola stazione “HAM”.

Questo è come tutto ciò è cominciato. Troverete l’intera storia negli atti del Congresso. La pubblicità di livello nazionale che ne derivò, associò i radioamatori al nome della stazione HAM.

Da quei giorni ad oggi, e probabilmente fino alla fine dei tempi, in radio, un radioamatore è e sarà un HAM.