Prezioso aiuto da un rianimatore torinese
MARCO ACCOSSATO
Fino a quindici giorni fa il dottor Paolo Narcisi, anestesista-rianimatore del Cto, ha considerato il suo iPhone un magnifico concentrato di tecnologia. Niente di più. Dall’alba del 13 gennaio scorso quel telefono è diventato uno strumento di lavoro, un ponte di solidarietà fra Torino e Haiti. Prezioso come uno stetoscopio, fondamentale come una barella: grazie al suo iPhone e a tre applicazioni come Twitter, Facebook e Tilimi - uno strumento che trasforma il telefono in una ricetrasmittente collegata col mondo - il dottor Narcisi è riuscito a far soccorrere una bimba intrappolata nelle macerie. A fornire a un giornalista che ha trovato la bimba le coordinate gps per raggiungere in moto l’ospedale italiano più vicino. L’unica speranza di salvezza. Una vicenda fatta di solidarietà, tempismo, ma anche di tecnologia. «Era la mattina dopo la scossa del settimo grado che ha distrutto ogni cosa», ricorda il dottor Narcisi, che al Cto è stato tra i fondatori di «R@imbow 4 Africa», associazione senza fini di lucro di medici e infermieri pronti a fornire assistenza medica ai Paesi del Terzo Mondo. «Mentre andavo in auto al lavoro, alla base dell’elisoccorso del 118, mi hanno contattato due colleghi del Gruppo di chirurgia d’urgenza di Pisa in partenza per la città distrutta. Chiedevano la nostra disponibilità, se fosse stato necessario». «Peppe» e Maria Carola, i medici di Pisa, arrivano ad Haiti dove le comunicazioni cellulari sono inesistenti, ma la rete Internet è salva e sulla rete stanno già viaggiando centinaia di informazioni e appelli. Il lavoro dei soccorsi è difficile. Migliaia i morti. Migliaia le persone che è possibile salvare.

Da Torino si mette in moto un’incredibile catena: il dottor Narcisi contatta via Twitter i radioamatori di Free Radio Network, a Roma. Grazie a Tilimi la voce del dottor Narcisi, e poi quella di altri medici e volontari, comincia a propagarsi su tanti iPhone diventati ricetrasmittenti.
Risponde mezzo mondo. I radioamatori di Frn allertano 300 stazioni radio. Chi può parla via Tilimi, altri si collegano con Twitter o Facebook. La Rete è una gigantesca ragnatela di aiuti partita da un telefonino. «Su tutti questi canali aperti ci hanno raggiunto altri amici: SpyDrMedia, da Chicago, filtrava tutte le notizie, gli sms e i tweet che arrivavano da Haiti. Selezionava quelli sanitari e ce li passava, e noi li inoltravamo alla Red Cross piuttosto che a Troy, un reporter haitiano che girava per la città per dare aiuto». Si segnala dove c’è cibo o acqua, dove si sente rumore sotto macerie da cui arrivano sms di gente ancora in trappola. Anche «Peppe», il chirurgo d’urgenza di Pisa, segnala dove c’è una distribuzione di acqua o cibo. Dove si sentono grida di aiuto. Facebook, Twitter, Tilimi: il dottor Narcisi ha di fronte a sé il monitor di un computer portatile e l’iPhone. E’ una piccola grande centrale operativa improvvisata. «Ad un certo punto Troy, il reporter, ci ha segnalato di aver trovato un uomo con in braccio una bimba. Era sua figlia, con un’orrenda frattura a una gamba, perdeva sangue».

Non un istante da perdere: «Dov’è l’ospedale più vicino?», domanda Troy. «Dov’è?», insiste. Le strade non esistono più. «Sul canale 24 di Tilimi, quello di “R@imbow 4 Africa” - racconta ancora il dottor Narcisi - ho parlato con SpyDrMedia a Chicago. La voce era stanca, erano ore che rilanciava appelli e comunicazioni, ma in pochi minuti ha trovato l’indicazione di un dottore non lontano». L’indirizzo, su Google Harth, è convertito in coordinate gps: i dati vengono inviati via Twitter da Torino al reporter con la bambina, che ha con sé un navigatore. La piccola raggiunge l’ospedale ancora viva. E ieri, via Twitter, è arrivata la notizia: è salva.
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