Gli astronauti sulla base orbitante: «Non ci si stanca mai di vedere la Terra. Ma dobbiamo anche pulire ed è molto grande»

 

Ore 9.40, Roma chiama la Stazione spaziale internazionale (Iss). Ieri, tra i palazzi di Colli Albani, una scuola media - quella dell' Istituto comprensivo di via Teodoro Mommsen - ha realizzato un collegamento speciale: 10 minuti di botta e risposta con l' astronauta statunitense Daniel Christopher Burbank. Un dialogo Spazio-Terra, letteralmente parlando: grazie al ponte radio messo in atto da un gruppo di radioamatori i ragazzi della scuola «Mommsen» hanno potuto rivolgere alcune domande a Burbank, attualmente in missione per la Nasa sull' Iss. Hanno partecipato allo «school contact» i radioamatori di ben tre paesi: Argentina, Belgio, Italia. L' iniziativa è stata coordinata dall' associazione Ariss, Amateur Radio on International Space Station. «Quando la base spaziale sarà in orbita proprio sopra l' Argentina - spiega Giordano Giordani, presidente dell' Ari Roma - il radioamatore a Buenos Aires spedirà il segnale in Europa». Dopo i controlli audio, alle 9.40 in punto (ora Utc, tempo coordinato universale), Adriano Sinclar dalla capitale argentina apre il collegamento con Daniel C. Burbank e, dal Belgio, il radioamatore Gaston Bartel rilancia il segnale ai colleghi italiani. La voce dell' astronauta statunitense arriva forte e chiara nell' aula magna della scuola Mommsen: cosa si fa, chiedono in inglese i ragazzi, su una stazione spaziale che orbita intorno alla Terra? Il tempo libero per gli astronauti è poco, risponde Daniel Burbank: «Guardiamo il pianeta da quassù, e non ci si stanca mai... mangiamo insieme, ci divertiamo anche».

 

Curiosi, e un po' emozionati, i ragazzi tentano di fare più domande possibili: «Hai avuto mai incidenti in missione?». Capitano della Guardia Costiera statunitense, Daniel Burbank li rassicura: «In tre missioni, mai nessun problema». E ancora: che si vede dall' Iss? Quanto tempo si impiega a raggiungere la stazione spaziale? Burbank fa sognare i ragazzi e parla di «meteoriti in orbita intorno alla Terra», di «navicelle che portano gli astronauti sulla stazione spaziale in 8.5 minuti», di «una stazione spaziale, che noi puliamo, grande quasi due volte un campo da calcio»: l' Iss è la più grande stazione spaziale mai costruita e può essere vista ad occhio nudo dalla Terra. Aggiunge l' astronauta: «Ci vogliono dai 2 ai 10 anni per preparare una missione - conclude Burbank - Bisogna lavorare duro, fare le scelte giuste e non mollare mai». Il colloquio è stato trasmesso in diretta streaming grazie all' Amsat Italia: «Moltissimi astronauti sono radioamatori - commenta Marcelo Teruel che ha coordinato il collegamento insieme a Stefano Castriota e Giordano Giordani -

E le stazioni amatoriali vengono usate per iniziative didattiche: siamo noi italiani ad aver stabilito il record di collegamenti con il nostro astronauta Paolo Nespoli». Soddisfatti la preside della scuola «Mommsen», Antonietta Sarni, e il professor Angelo Petretti che ha promosso l' iniziativa: «I ragazzi sono stati bravi, hanno tradotto e parlato in inglese e hanno fatto un' esperienza importante - conclude la preside Sarni - realizzata grazie alla competenza di tante persone»

 

Fonte: Corriere della Sera

 

Cosmonaut Alexander Y. Kaleri, Expedition 8 flight, using the ISS-Ham station Kenwood D700 from the Zvezda Service Module on the International Space Station (ISS)

December 8, 2003

iss-2003