Modifica di lineare ex uso cellulare a 800Mhz, portandolo a 1300Mhz

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Alle fiere e mercatini (un tempo) dedicati agli Om, ora, tra cineserie varie, si trova anche materiale rf ex telefonico, nel caso specifico, ho reperito due PA ex telefonia cellulare. Descrivo la maniera per utilizzare detto PA operante a 800Mhz o giù di lì. Esso consente di amplificare i 10 W, portandoli ad almeno 50 Watt alla freq dei 23cm. Quindi i vari rig sono idonei, in quanto la loro pot max, pilota appieno questo PA. Questa stesura, è solo una soluzione personalizzata, senza nulla togliere all’autore DD7MH, (vedi la sua versione sul suo sito) né ad altri om che intendono modificarlo, usando il loro estro personale.

Esso, una volta modificato, consente di ottenere oltre 50W con alimentazione di circa 26Volt, pilotandolo con una decina di watt alla freq di 1296 Mhz. Personalmente con 26V ho ottenuto 55W. Sconsiglio una tensione maggiore, anche se pur incrementando la potenza, il transistor, è tirato per il collo. I valori sono indicativi, in quanto dipendono dagli accordi all’input e all’output del lineare e da non sottovalutare, dall’attenuazione del cavo tra il transceiver ed il lineare. Do per scontato l’uso di cavo a bassa perdita e corto che lo collega all’antenna. Si tratta ora di estirpare il modulino driver, di tutti i compensatori a tubetto all’ingresso ed all’uscita del finale.

Togliere i condensatori smd sulla base e sul collettore del finale, infine, togliere il circolatore. Come si vede dalla foto, un rettangolo di lamierino stagnato alto 15mm, scherma il modulo nella sua periferia, viene chiuso poi con coperchio di schermatura in alluminio, con questo lamierino incastrato nei finger, ho distanziato il coperchio dallo stampato, riducendo le capacità parassite, inoltre il compensatore all’input Joanson, può stare verticale, facilitando la taratura. Sui lati interni ho stagnato dieci dadi d’ottone da 4MA, i quali consentono il fissaggio del coperchio, provvedendo alla completa schermatura. L’alimentazione del bias avviene con uno
stabilizzatore da 5V, provvisto però di due diodi in serie tra loro, che vanno tra il terminale di gnd dello stabilizzatore e la massa. Lo scopo è quello di avere 6,5V invece di 5V, avremo pertanto una corrente di bias di 350mA invece di 200mA sul collettore del finale. In serie allo stabilizzatore ho messo una resistenza da 470 ohm 3w, in modo da abbassargli la tensione di ingresso di 26V a circa 12V, allo scopo di diminuire la dissipazione dello stabilizzatore.

Dalla foto si notano tre compensatori Johanson, uno è in serie alla rf, vale a dire tra il rig e il lineare, l’autore ha usato un volgare compensatore ceramico, io ne ho usato uno avente sicuramente fattura migliore e meno perdite, gli altri due sono nel circuito di base che adattano l’impedenza
d’ingresso. In origine, al posto del circolatore mancante, veniva messo uno spezzone di ut141, io ho preferito collegare direttamente il semi-rigido con connettore sma, all’ex ingresso del circolatore. Ho cosi eliminato la seconda linea sullo stampato, ma gli ho tolto (per ora) la possibilità di avere un segnale di monitor . Prima del circolatore c’è una linea che corre parallela al segnale rf, essa viene usata per prelevare una parte di rf, infatti c’è anche il circuito di attenuazione. Ora per poter ripristinare il monitor, uso un tratto di questa linea di circa
10-12mm, usare pertanto questa lunghezza tra le due resistenze da 100 ohm in parallelo ed il diodo al germanio. Esso raddrizza una porzione di rf, la quale va ad uno strumento da 100 microA, che segnala la quantità di rf, attraverso un trimmer da 20K si regola il fondo scala con la massima uscita. Lo stesso strumento, una volta trovata la resistenza di shunt, segna anche la corrente assorbita, direi che 6-8A è l’ideale come fondo scala, se poi usiamo un commutatore con tre invece di due posizioni, possiamo controllare anche la tensione di alimentazione. Trenta Vfs direi che va benissimo, la scala espansa da 20 a 30V è il massimo.
Questi suggerimenti li ho compresi nell’alimentatore surplus. I relè coax sono di provenienza surplus, la tensione di eccitazione varia tra i 24 e i 28 V, ma attirano senza incertezze già con 18V, con 24V scalda l’involucro attraverso la bobina, ho messo una resistenza che fa cadere a 18V la tensione di 26V.

La loro frequenza originale di lavoro è ben oltre i 1300 Mhz, a tutto vantaggio delle attenuazioni, quello piccolo in ingresso ha i connettori sma, quello grosso in uscita, i connettori sono di tipo N. Il ptt della radio pilota un attuatore che fa attirare i due relè quando si passa in tx, inoltre fornisce la tensione di bias. Il circuito prevede il pilotaggio con stato logico alto e basso. Per es. l’IC1271 ha un positivo sul terminale send, invece l’IC910 ha un gnd. L’alimentazione positiva di collettore, in origine passa attraverso un’impedenza con filo a bassa sezione, allora l’ho sostituita con una che a parità di induttanza, ha minor resistenza, essa ha un filo di sezione superiore, sono 5,5 spire su 3,5mm, il diametro del filo è 1,2mm. Sicuramente in origine la corrente assorbita dal finale non era certo di 4A come ora, tantomeno il calore prodotto, malgrado il funzionamento continuo. Se la temperatura dell’aletta diventa elevata, si ovvia con un circuito termostatico che aziona una ventola da alimentatore pc, il sensore ntc da 10K è già presente sulla piastra originale. Ho fatto in seguito un circuito che ha due soglie di temperatura, con la prima s’accende la ventola a bassa velocità, se il calore non viene smaltito, interviene la seconda soglia, la quale fa girare la ventola al massimo, eventualmente, a questa temperatura si può togliere la tensione sul bias, in modo da spegnere il lineare. Questa possibilità per ora non l’ho praticata, ma la tengo in considerazione futura, magari sarebbe utilizzata in contenitori poco aereti naturalmente.

Due led di diverso colore o lampeggiante ci indicano le due temperature, direi che 50 e 70 gradi possano rappresentare i due valori d’intervento. Avendone fatto la modifica su due esemplari, le foto differenziano riguardo il montaggio sui circuiti d’ingresso, ma il rendimento non cambia, la potenza di uscita resta la stessa. Come si nota dalla foto del frontale, il deviatore a zero centrale, abilita il PA con i due stati logici possibili, nella posizione centrale il PA è by-passato.

Questa stesura comprende varie foto dei particolari, schemi e stampato in formato Circad, ho compreso lo schema di un doppio sensore di temperatura, spero bastino per un lavoro in piena autonomia, ciò non toglie la mia disponibilità, in casi estremi.

Buon lavoro 73 Guido ik4acq
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